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1522-10-11 |
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In vicolo de'Pepoli, parrocchia di S. Stefano
in Bologna, nasce Ulisse Aldrovandi, dal conte Teseo Aldrovandi,
notaio e segretario del senato bolognese, e da VeronicaMarescalchi,
cugina di Ugo Boncompagni (che diverràpapa con il
nome di Gregorio XIII). |
1529 |
1533 |
Orfano del padre in giovane età (1529), viene affidato,
insieme coi due fratelli, Floriano e Achille, e le tre sorelle,
Cornelia, Isabella, Lucrezia, alla tutela della madre. Apprende
i primi rudimenti delle lettere da un precettore privato. |
1534 |
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Non ancora dodicenne, si reca a Roma, all'insaputa dei suoi,
"senza danari, con animo ardito". |
1535 |
1537 |
Rientrato a Bologna, studia aritmetica con Annibale della
Nave. Su suggerimento di questo, per la sua versatilità,
i parenti lo impegnano "a tener conti e scriver lettere"
prima presso un mercante bolognese, quindi, per circa un
anno (1537), presso un mercante di Brescia. |
1538 |
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Ritornato a Bologna, ripreso dal desiderio di viaggiare,
parte nuovamente per Roma, spingendosi poi in un lungo e
avventuroso pellegrinaggio in Spagna, fino a S. Maria di
Compostella. |
1539 |
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Tornato a Bologna, rinuncia ai viaggi per l'insistenza dei
suoi e intraprende un corso regolare di studi: quelli universitari
di umanità e di diritto nell'ateneo bolognese. |
1542 |
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Diviene notaio. |
1547 |
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Dopo sette anni di studi (avendo avuto tra i propri docenti
Giovanni Gandolfo, Romolo Amaseo, Achille Bocchi per le
lettere umane; Mariano Socino, Andrea Alciato, Agostino
Berò, Federico Fantuzzi, Nicolò dell'Armi,
Taddeo Seccadenari per il diritto), ancorché ormai
prossimo alla laurea in giurisprudenza, abbandona le leggi,
per dedicarsi completamente alla logica e alla filosofia,
di cui segue i corsi bolognesi di Giovanni Antonio Locatelli
e Claudio Betti. |
1548 |
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Si trasferisce all'Università di Padova, dove, per
venti mesi, segue le lezioni di logica di Bernardino Tomitano,
di filosofia di Marco Antonio Passeri (detto il Genua),nonché
di medicina di Giovanni Battista del Monte(detto Montano),
e di matematica di Pietro Catena. Il soggiornopatavino appare
determinante per la sua formazione logico-filosoficae medica. |
1549 |
1550 |
Ritornato a Bologna, risulta coinvolto in un processo per
eresia, quale presunto seguace dell'antitrinitario anabattista
Camillo Renato. Arrestato con altri sospetti il 12 giugno
1549, il 1° settembre pronuncia pubblica abiura, senza
con ciò per altro evitare di venir condotto a Roma
per la prosecuzione del processo. Quivi rimane circa otto
mesi (settembre 1549-aprile 1550), parte dei quali trascorsi
in carcere, parte in libertà. Ne approfitta per studiare
filosofia e medicina. Al soggiorno romano risalgono i primi
interessi spiccatamente naturalistici: botanici eittiologici.
In questi ultimi, in particolare, gli giovano le opere di
Paolo Giovio e il rapporto personale con Guillaume Rondolet,
che si trovava allora a Roma. Al soggiorno romano risale
altresì la redazione (1550) della sua prima opera
a stampa: Delle statue romane antiche, che per tuttaRoma,
in diversi luoghi, et case si veggono, pubblicataperò
nel 1556, nel volume di LUCIO MAURO, Le antichità
de la città di Roma. Rientrato a Bologna, decide
di approfondire gli studi di botanica, zoologia, mineralogia,
e di completare quelli medici già intrapresi. Per
i primi appare fondamentale la frequentazione di Francesco
Petrollini; per i secondi segue i cosi accademici ufficiali
di Antonio Maria Betti, Panfilo Monti, Benedetto Vittorio,
Bartolomeo Maggi, Giovanni Battista Pellegrino e di altri,
"non tralasciando d'udire la anatomia, facendone
fare in casa propria innanzi che s'addottorasse".
L'interesse per le dissezioni anatomiche rimarrà anchein
seguito un tratto fondamentale e costante della sua attività
di scienziato. |
1551 |
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giugno: organizza un'escursione scientifica a scopo di erborizzazione,
che gli consente di comporre i primi due volumi dell'erbario
di piante secche agglutinate. Probabilmente all'estatedi
quest'anno risale il primo incontro col botanico LucaGhini,
che a quel tempo insegnava nell'ateneo pisano, maamava
trascorrere le proprie vacanze estive nella cittàfelsinea.
L'amicizia stretta con quest'ultimo è decisivaper
il consolidamento della sua vocazione naturalistica. |
1552 |
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giugno: si fa promotore di un'escursione scientifica, ascopo
di erborizzazione, alle Alpi di Sestola, Fiumalbo,Frignano,
Monte Santo. Compone il terzo e quarto libro dell'erbario
di piante agglutinate. |
1553 |
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giugno: intraprende un viggio naturalistico sulla Alpi di
Montegibbio (dove osserva anche bitumi, pietre, terre),Sassuolo,
Fiumalbo, Lagosanto, Alpidel S. Pellegrino, Alpidella Pania
nel lucchese. Si reca quindi a Bagni di Lucca,dove sta
trascorrendo le vacanze il Ghini, e con lui erborizzanei
dintorni. Passa poi a Lucca e a Monte S. Giuliano; infine
raggiunge nuovamente il Ghini a Pisa, dove annota tutte
le piante coltivate nel locale orto botanico, di cui questi
era fondatore e prefetto. Si reca altresì a
Livorno e all'Isola d'Elba, dove raccoglie piante, minerali
e pesci. Il ricco materiale reperito gli serve per arricchire
il proprio museo naturalistico e per la composizione dei
volumi quinto, sesto e settimo dell'erbario. 23 novembre.
Si laurea in filosofia e medicina nell'Università
di Bologna: gli dà le "insegne" il filosofo Mainetto
Maintti. Diventa membro del collegio dei medici. Il Senato
bolognese gli offre la lettura di Logica per l'anno accademico
1553-1554, "ma lui non la volse per all'hora accettare per
volersi far i scolari particolari, leggendo in casa logica
tutto quell'anno ed esercitandosi". |
1554 |
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maggio: compie un'escursione scientifica a scopo di erborizzazione
a Monte Balbo (presso Verona), insieme con Luigi Anguillara,
Andrea Alpago, Francesco Calzolari e altri. Si reca a Padova,
dove stringe amicizia con Gabriele Falloppia; e quindia
Venezia, per visitare il giardino dei semplici (orto botanico)
di Pietro Andrea Michiel, che non gliene concede peraltro
la possibilità in ragione di suoi dissapori con Falloppia.
5 novembre: inaugura il proprio insegnamento nell'ateneo
bolognese dalla cattedra di Logica, "con gran numero et
applauso di scolari", tenendo un corso sul primo libro
degli Analitici secondi di Aristotele (a.a. 1554-1555).Prende
a interessarsi al problema della riforma delle "speciare"
(farmacie-drogherie dell'epoca, in cui si componevano e
vendevano i medicinali). |
1555 |
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Contribuisce attivamente a far chiamare il Ghini a una cattedra
di medicina pratica dello studio bolognese. novembre: sebbene
fosse costume non trasferire alcun docente dall'insegnamento
di logica a quello di filosofia se non trascorso un triennio,
gli viene assegnato il corso di filosofia straordinaria,
vertente quest'anno sui Meteorologica di Aristotele. Continua
peraltro, a insegnare privatamente logica, almeno fino al
1557. |
1556 |
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maggio: muore il Ghini; l'Aldrovandi, suo riconosciuto erede
spirituale fra i botanici del Cinquecento, subentra
definitivamente nella fitta rete di rapporti scientifici che
quegli teneva con i maggiori naturalisti del tempo. Inizia
una serie di esperienze per sostituire taluni elementi nella
composizione della "teriaca", diffuso medicamento
dell'epoca. A quest'anno si ritiene risalga anche l'inizio dei
suoi studi per una botanica a base biologica, fondata sugli
organi della riproduzione, che anticipa un filone di ricerca
poi seguito da Andrea Cesalpino. 4 novembre: riprende le
proprie lezioni di Filosofia straordinaria vertenti quest'anno
sul De sensu et sensato di ristotele (a.a. 1556-1557).8
novembre: essendogli stata altresì affidata, "gratis,
nullo stipendio", le seconda lettura straordinaria De
simplicibus, "in concorrenza" con Cesare Odoni,
tiene la sua prima lezione accademica di botanica medica,
dedicando il corso al primo libro De materia medica di
Dioscoride, perché "molto utile e necessario ai
medici" (a.a. 1556-1557). |
1557 |
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maggio: organizza un'escursione scientifica a scopo di erborizzazione,
con i propri allievi, nelle valli comasche e ravennati,
a Rimini (dove visita l'orto botanico di Giulio Moderato),
a La Verna, Cattolica, Senigallia, Jesi, Filotrano, Macerata,
Sarnano, Monti Sibillini, Monte Vettore, Recanati, Loreto,
Sirolo, Ancona, Savignano, Forlì, Imola. Novembre:
riprende il corso di Filosofia straordinaria, leggendo la
Fisica di Aristotele, nonché quello De simplicibus,
leggendo il secondo libro di Dioscoride (a.a. 1557-1558). |
1558 |
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novembre: riprende i corsi di Filosofia straordinaria eDe
simplicibus, dedicandoli, rispettivamente al De coeloe al
primo libro del De generatione animalium di Aristotele(a.a.
1558-1559). |
1559 |
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Risalgono a questo anno i suoi primi progetti, mai attuati,
di un viaggio a scopo scientifico nelle Indie (America).
Si adopera, senza esito, per trasferirsi all'università
di Padova e per far venire il Falloppia a quella di Bologna.
Novembre: passa alla cattedra di Filosofia ordinaria dell'ateneo
bolognese, leggendo quest'anno i Parva naturalia aristotelici.
Per il corso De simplicibus comincia a trattare del sesto
libro di Paolo Egineta (a.a. 1559-1560). |
1560 |
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Quale
protomedico (sovrintendente all'operato degli "speziali") si occupa del controllo
delle composizioni dei farmacisti per "corregendovi ottanta errori encomissimi".
Ha un figlio naturale Achille. Viene invitato da Cosimo de' Medicia
leggere nell'ateneo pisano scienze naturali, ma resta a Bologna.Novembre:
per la cattedra ordinaria di Filosofia comincia a leggereil primo
libro del De coelo di Aristotele "un'altra volta"; per
il corso straordinario De simplicibus il De causis plantarumdi Teofrasto.
Ma gli "scolari, mossi da quelle lettioni e infervoriti, domandornoche questa
lettura straordinaria per utilità grande cheportava al
Studio fusse fatta ordinaria, perché non era giustoche Ulisse
fusse aggravato di due lettioni al giorno". In seguito aciò
la lettura straordinariaDe simplicibus,
ancorchè fino ad allora affatto secondaria, vienetrasformata in ordinaria,
con la più ampia denominazione "de fossilibus,plantis et
animalibus". Trasferendosi a essal'Aldrovandi lascia i due
precedenti insegnamenti.
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1561 |
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22 febbraio: in corso di anno accademico, inaugura la prima
cattedra bolognese ordinaria (che terrà fino al1600)
di scienze naturali (lectura philosophiae naturalisordinaria
de fossilibus, plantis et animalibus), leggendoil De Theriaca
ad Pisonem. 25 ottobre: tiene una lezione"De definitionibus
microcosmi". Nevembre: riprende il corsodi scienze
naturali dedicandolo al primo libro di Dioscoride(a.a.
1561-1562). All'arco di anni 1561-1570 si fa risalirela
stesura della prima parte del volume primo della suaSyntaxis
plantarum. |
1562 |
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Maggio-giugno: si reca a Trento con Camillo Paleotti, Antonio
Giganti e altri, per assistere all'apertura del concilio,
nonché per erborizzare ed esplorare le miniere di
quella regione. Va a Verona, a Mantova (dove visita il giardino
dei semplici di Francesco Borsati), a Padova (ove incontra
per l'ultima il Falloppia e visita l'orto botanico di Melchiorre
Guillandino) e a Venezia. Novembre: inizia il corso leggendo
il secondo libro di Dioscoride (a.a. 1562-1563). |
1563 |
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Si adopera affinchè sia redatto un pubblico
"dispensario" o "antidotario", che serva diguida
all'operato delle "speciarie". A tal fine riunisceanche
in casa propria per due mesi un gruppo di esperti,ma il
suo progetto verrà realizzato nel 1574. Sposa Paola
Macchiavelli. Novembre: inizia il corso sul terzo di Dioscoride
(a.a. 1563-1564). |
1564 |
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Maggio-giugno: conduce un'esperienza embriologica osservando
e annotando giornalmente le fasi dello sviluppo del feto
nell'uovo di gallina. Questa epserienza che, come è
noto, è tipica delle ricerche embriologiche di naturalisti
e scienziati (da Aristotele ad Harvey e oltre), si inserisce
nel più vasto contesto delle indagini zoologichealdrovandiane,
largamente basate sui rilevamenti empirici,oltre che sulle
dissezioni anatomiche. Comincia a chiederecon insistenza
alle autorità bolognesi un orto botanicopubblico.
Novembre: inizia il corso universitario sul quartolibro
di Dioscoride (a.a. 1564-1565) |
1565 |
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5 aprile: muore sua moglie, Paola. "Per fugire le
tribultioni" si reca presso il fratello Achille (divenuto
canonico regolare di S. Salvatore col nome di Teseo), a
Ravenna, ove raccoglie marmi e "molte bizarie maritime"
per il proprio museo. 10 ottobre: Sposa Francesca Fontana, che
diverrà sua valida collaboratrice nella ricerca.Novembre:
inizia il corso sul quinto libro di Dioscoride,vertente
sui "succhi concreti, pietre, marmi, sassi et metalli"(a.a.
1565-1566). |
1567 |
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Nell'arco di anni 1567-1571 tiene il corso di Scienze naturali
sulla "metodo divisiva di tutte le cose principali sublunari
e loro differentie, cioè inanimati, piante, et animali",
prendendo l'abitudine di far seguire all'esposizione
asccademica una sotra di esercitazione pratica,
"mostrando realmente le cose, doppo il legger che haveva
trattato nella lettione". |
1568 |
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Ottiene
che sia istituito in Bologna un orto botanico pubblico, che viene situato,
con sua insoddisfazione, in un cortile interno dell'attuale palazzo comunale.
A lui ne è affidata la direzione, essendogli associato, fino al 1571,
Ceasre Odoni, che teneva il corso straordinario De simplicibus.
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1569 |
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Giugno: organizza un'escursione scientifica a Ferrara ea
Ravenna, per raccogliere materiale per il museo. Nei mesi
di settembre-ottobre è membro degli Anziani di Bologna. |
1570 |
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Raccoglie i propri lavori di idrologia nell'Historia aquarum
etbalneorum; scrive le Definitiones ac synonima in diversisi
linguis contenta omnium rerum sublunarium, nempe fossilium,
plantarum ac animalium in tres libros digesta; lavora intorno
alla stesura di un Dispensatorium pharmaceuticum seu scholia
et glossemata in omnibus confectionibus, conditis, …
in officinis usitatis, e di un Elucidarium omnium simplicium
pharmacorum, quae passim in officinis medicorum usitata
sunt, ... Agli anni intorno al 1570 risalgono anche la composizione
del volume quattordicesimo dell'erbario, nonchéla
stesura di numerosi scritti aldrovandiani sui fossili. |
1571 |
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7 ottobre: intraprende un viaggio di studio insieme conun
allievo e un suo "scrittore", recandosi a Ferrara
(presso i naturalisti Alfonso e Alessandro Pancia); a Mantova
(dove Ippolito Serena gli procura pitture di piante e di
uccelli); a Verona, dove, fra l'altro, visita il museodi
Francesco Calzolari; a Vicenza; a Padova, ove incontraGerolamo
Mercuriale e Federico Pendasi, visita l'orto botanico
pubblico, nonché osserva le raccolte del museo naturalistico
di Gaicomo Cortuso; a Venezia. Trona a Bologna ripassando
da Ferrara. Portata a buon punto la sintassi botanica eanimale,
concentra i propri studi su una medicina e farmacologiaa
base mineralogica. Ragion per cui, nel novembre del 1571,
per il corso universitario, decide di iniziare a trattare
"la materia de la pharmaceutica, cominciando da le coseinanimate,
come terre, succi concreti, metalli, etc., ches'usano in
medicina". In questa "materia" egli tenne più
di 700 lezioni nell'arco di 10 anni (fino al 1581), onde
esaurire "tutta questa parte farmaceutica",
considerando sistematicamente non solo le "cose inanimate",
ma anche le piante (radici, foglie, fiori, semi ecc.) einfine
"tutti gli animali sanguinei et essangui, ovipariet vivipari,
insecti, serpenti, crustacei, testacei, etd'ogni specie
d'animali specialissima ancora di zoophiti",come attestano
le "sue lettioni epitomali dette cosìin comparatione
a i suoi gran comentarii sopra Dioscoride". |
1572 |
1573 |
Scrive il Discorso naturale. |
1574 |
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Scrive il primo Antidotario bolognese, prontuario per la
corretta composizione dei medicamenti, ad uso preciso precipuo
dei farmacisti. 8 aprile: nel museo aldrovandiano dodicimila
"cose naturali". |
1575 |
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Si apre la controversia (che si concluderà due anni
dopo) sulla composizione della teriaca fra l'Aldrovandi,
gli "speziali" e il Collegio dei medici bolognesi.
Ancora l'anno precedente, l'Aldrovandi, quale protomedico,
aveva fatto comporre pubblicamente la teriaca, secondo modalità
da lui indicate, nel convento di S.Salvatore. Ma l'11 giugno
di quest'anno la Compagnia degli speziali decide di comporre
una teriaca, secondo criteri propri, in concorrenza con
quella fatta fare dall'Aldrovandi. Questi censura pubblicamente
la teriaca degli speziali e nella sua veste di protomedico
ne proibisce la distribuzione. La reazione degli speziali
conduce (27 giugno) all'espulsione dell'Aldrovandi dal Collegio
dei medici e alla decisione delle autorità bolognesi
di sospenderlo per 5 anni da tutte le sue cariche (protodicato,
direzione dell'orto botanico, ecc.). A sostegno delle proprie
ragioni l'Aldrovandi scrive l'Echidnologia, in cui confuta
gli argomenti dei suoi avversari sulla teriaca; ne invia
copia ad autorevoli naturalisti dell'epoca chiedendone ed
ottenendone l'avvallo. |
1577 |
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Marzo: si reca a Roma da Papa Gregorio XIII (suo parente
per parte di madre), per chiederne l'intervento sulla questione
della teriaca, che infatti viene conclusa con un motu proprio
del Pontefice nel maggio. 11 giugno: una lettera del cardinal
San Sisto al Reggimento bolognese chiede a nome del Papa,
che l'Aldrovandi sia riconfermato quale direttore dell'orto
botanico e, inotre, che venga aiutato finanziariamente a
pubblicare le sue opere. Giugno: tornando da Roma, l'Aldrovandi
fa tappa a Firenze dove riceve numerosi per il proprio museo
dal granduca di Toscana, col quale intratterà negli
anni successivi un fitto carteggio su questioni naturalistiche.
Luglio: a Bologna ottiene piena soddisfazione sulla questione
della teriaca, venendo reintegrato ad omnes honores et dignitates.
Con la morte del primo figlio Achille si estingue la sua
discendenza diretta giacchè altri due figli, avuti
dalla moglie Francesca, erano morti in tenerissima età.
4 novembre: inizia il corso universitario sui Meteorologica
di Aristotele (a.a. 1577-1578). La raccolta del suo museo
naturalistico supera il numero di tredicimila esemplari. |
1578 |
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17 ottobre: comincia a scrivere un'opera intitolata Historia
naturalis. |
1579 |
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Verso la fine di agosto viene colpito da una febbre chelo
costringe a letto per sei mesi, impedendogli di iniziare
regolarmente le lezioni all'università. |
1580 |
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Essendosi sviluppata una forte epidemia influenzale viene
incaricato dal Collegio dei medici di scrivere su di essa
onde suggerire provvedimenti sanitari atti a contenere il
contagio: scrive i trattati De peste, Historia del mal mattone,
ecc. 13 dicembre: inizia a scrivere l'opera Bibliologia. |
1581 |
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Per i corsi universitari rilegge Dioscoride, integrato dalle
osservazioni naturalistiche fatte di persone.
Nell'autobiografia del 1586, scriverà. "ancora che
havesse riprese le medesime lettioni… nondimeno sempre ha
detto cose nove et ampliato et rinovato i suoi concetti.
Et che quanto sia grande meraviglia ciascuno lo può
vedere, sapendo che in tutti i Studii d'Europa èquesta
consuetudine, che ogni lettore ogni terzo anno leggale medesime
materie, tornando al circulo, et altri ogni6° anno,
cominciando i filosofi dalla fisica, et finendonei parvi
naturali, et tornando a la fisica; i legisti ogniquarto
anno finiscono il suo circulo". |
1584 |
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4 settembre: inizia la redazione dell'opera Theatrum biblicum
naturale. |
1585 |
1586 |
Si dedica alla stesura dell'opera Admirandorum naturae et
artis historia, nonché a quella dell'autobiografia. |
1587 |
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Ottiene il trasferimento dell'orto botanico bolognese in
una sede più idonea, nei pressi di porta S. Stefano.
Egli stesso prefetto dell'orto, prende alloggio in una delle
due case della nuova sede. 22 novembre: progetta l'opera
Ornithologia generalis. |
1588 |
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Scrive il trattato De lucentibus noctu. |
1589 |
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Termina il primo della Syntaxis plantarum, nonché
il Pandechion epistemonicon o Selva universale delle scienze. |
1591 |
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Comincia la redazione della Syntaxis plantarum. |
1593 |
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26 luglio: scrive l'operetta De peticulis. Settembre: scrive
il trattato Moscologia. Comincia ad avere seri problemialla
vista. |
1594 |
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Avendo deciso di iniziare a stampare il risultati delleproprie
indagini naturalistiche (in primis di quelle zoologichee
mineralogiche), il 16 dicembre firma un contratto con
l'editore Francesco de Franceschi, di Venezia, impegnandolo
per altro a stampare a Bologna, in una stamperia allestita
ad hoc, per non sciupare nel trasportarle a Venezia, letavole
già incise. L'esecuzione del contratto avverrà
solo in minima parte, causa l'inadempienza dell'editore,
talchè - come si vedrà- solo i 3 volumi dell'ornitologia
e quello sugli insetti vedranno la luce vivo l'Aldrovandi. |
1595 |
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E' nominato priore della Gabella Grossa. Scrive il trattato
naturale, e compone il Catalogus studiosorum virorum. Nel
museo aldrovandiano sono raccolte 18000 "cose
naturali". |
1596 |
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Luglio: viene eletto sindaco della Gabella Grossa. |
1597 |
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Marzo: è costretto a letto 40 giorni per una "febretta
cattarale". |
1599 |
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Esce il primo tomo della sua grande opera naturalistica:
Ornithologiae, hoc est de vibus historia libri XII
. Inragione dell'età, viene esonerato dagli obblighi
connessi con la sua carica di membro del Collegio dei medici. |
1600 |
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Esce l'Ornithologiae tomus alter. L'Aldrovandi chiede
eottiene di riportare l'orto botanico nella sua sede iniziale.
Nuovamente incaricato del trasferimento egli si avvale perciò
della stretta collaborazione del prorpio discepolo prediletto
Cornelio Uterverio, che apre l'avesse già aiutato
anche in occasione del primo trasferimento a porta S. Strefano
e che nel novembre dello stesso anno fa designare qualeproprio
successore nella cattedra di scienze naturali enella
direzione del giardino dei semplici. 6 dicembre: supropria
istanza viene collocato a riposo, lasciando l'insegnamento
universitario; unica cosa che conserva è la direzione
dell'orto botanico. |
1602 |
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Pubblica il De animalibus insectis libri septem, cum
singulorum iconibus ad vivum expressis. |
1603 |
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Esce l'Ornithologiae tomus tertius, ac postremus.
L'etàormai tarda e le malattie con essa connesse
lo costringonoormai frequentemente a letto. 10 novembre:
fa testamentolasciando le raccolte del museo naturalistico,
la bibliotecadi libri stampati (circa 3600) e le opere manoscritte
(circa300) al Senato bolognese, con l'impegno che il tutto
vengaconservato assieme in un luogo idoneo. |
1605 |
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4 maggio: muore a circa 83 anni. Viene sepolto nella tomba
di famiglia sita in una cappella della chiesa di S.Stefano
in Bologna. |
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A cura di: Sandra Tugnoli Pattaro
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