Discorso naturale di Ulisse Aldrovandi. Nel quale si tratta in generale del suo Museo, e delle fatiche da lui usate per raunare de varie parti del mondo, quasi in un Theatro di Natura tutte le cose sublunari, come piante, animali et altre cose minerali. Et parimente vi s' insegna come si de' venir nella certa et necessaria cognitione d'alcuni medicamenti incerti et dubbij, ad utilità grandissima non solo de' medici, ma d'ogni altro studioso. All'Ill.mo et Ecc.mo S.or Giacomo Boncompagni castellano di S. Angelo.
 

ad una, nel mio picciol mondo di / natura, che da ognuno possono et sono tutt'l giorno viste et contemplate, essendo conservate in pittura et al vivo nel nostro museo, per utilità de studiosi raccolte da me non solo mentre ero scolaro, ma in gran' parte dopo il dottorato mio, in varii viaggi fatti. Essendo, dopo tante fatiche, nell'anno 1553 venuto al grado di dottorato di philosophia et medicina, et havendo letto del continuo parte loica con tutto il corso di filosofia, cioè parte philosophia extraordinaria, parte ordinaria, di poi, ad instanza di tutto el Studio, fui eletto, già sono dodeci anni, dall'ill.mo cardinale di Cesis, allhora governatore di Bologna, et dall'illustre Senato nostro, per leggere questa tanto dilettevole et gioconda philosophia ordinaria naturale de piante, animali et altri misti inanimati, qual lettione sol da me in questo Studio, a utilità de studiosi, honoratamente et con grand'utile è letta, nella quale ho ancora lungamente scritto. Necessità di avere un mecenate al fine di poter pubblicare le proprie opere. L'esempio di Aristotele e di Alessandro Magno. Et io, desiderando quanto prima di mandare le mie opere in lu


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