ad una, nel mio picciol mondo di / natura, che da ognuno possono et sono tutt'l giorno viste et contemplate, essendo conservate in pittura et al vivo nel nostro museo, per utilità de studiosi raccolte da me non solo mentre ero scolaro, ma in gran' parte dopo il dottorato mio, in varii viaggi fatti. Essendo, dopo tante fatiche, nell'anno 1553 venuto al grado di dottorato di philosophia et medicina, et havendo letto del continuo parte loica con tutto il corso di filosofia, cioè parte philosophia extraordinaria, parte ordinaria, di poi, ad instanza di tutto el Studio, fui eletto, già sono dodeci anni, dall'ill.mo cardinale di Cesis, allhora governatore di Bologna, et dall'illustre Senato nostro, per leggere questa tanto dilettevole et gioconda philosophia ordinaria naturale de piante, animali et altri misti inanimati, qual lettione sol da me in questo Studio, a utilità de studiosi, honoratamente et con grand'utile è letta, nella quale ho ancora lungamente scritto. Necessità di avere un mecenate al fine di poter pubblicare le proprie opere. L'esempio di Aristotele e di Alessandro Magno. Et io, desiderando quanto prima di mandare le mie opere in lu
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