Discorso naturale di Ulisse Aldrovandi. Nel quale si tratta in generale del suo Museo, e delle fatiche da lui usate per raunare de varie parti del mondo, quasi in un Theatro di Natura tutte le cose sublunari, come piante, animali et altre cose minerali. Et parimente vi s' insegna come si de' venir nella certa et necessaria cognitione d'alcuni medicamenti incerti et dubbij, ad utilità grandissima non solo de' medici, ma d'ogni altro studioso. All'Ill.mo et Ecc.mo S.or Giacomo Boncompagni castellano di S. Angelo.
 

Quelli che di sua natura sogliono havere molti piedi sono / quegli che sono longhi di corpo et molto carnosi, et, per essere di natura freddi e pigri nel moto loro, però la natura, per supplire alla loro pigritia, gli ha armato de molti piedi, sì come si vede nelle scolopendre terrestre et ne giulli chiamati. Fra questi moltipiedi terrestri senz'ale se ne ritrovano alcuni di minore corpo et di poca carne, che hanno menore numero de piedi degli sopradetti, né senza causa hanno menore numero de piedi, per non essere tanto pegri al moto come le scolopendrie, et questi sono le rughe. Resta l'ultimo genere de quegli che non hanno né ale né piedi, ma vanno serpendo a guisa di serpi, sì come gl'intestini a terra, chiamati lumbrici. Di queste rughe l'ho osservato di tre generi. De quali generi il primo se ritrova che fa il suo follicello, sì come sono le rughe scabiose et hispide, cioè pelose, a guisa de nostri cavalletti, che ancora essi fanno gli follicelli et si transmutano in quelle, spogliandosi della spoglia della ruga nel folliculo, a guisa di serpente che muta la pelle, chiamato da Aristotile chrysallis, dal Gaza aurelia. Il qual anim


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