Discorso naturale di Ulisse Aldrovandi. Nel quale si tratta in generale del suo Museo, e delle fatiche da lui usate per raunare de varie parti del mondo, quasi in un Theatro di Natura tutte le cose sublunari, come piante, animali et altre cose minerali. Et parimente vi s' insegna come si de' venir nella certa et necessaria cognitione d'alcuni medicamenti incerti et dubbij, ad utilità grandissima non solo de' medici, ma d'ogni altro studioso. All'Ill.mo et Ecc.mo S.or Giacomo Boncompagni castellano di S. Angelo.
 

in aurelia, né manco in farfalla. Là onde si vede che gl'antichi scrittori et moderni non hebbero cognitione né del secondo, né del terzo genere di ruga, ma solo del primo. Ma s'ha ancora d'avertire che questo terzo genere non tesse gli folliculi per bocca, come fanno gli nostri bigatti da seta et altre rughe, ma le manda fuori per l'essito ordinario per dove ancora gli escrementi usciscono. Bisogna avertire che questi insetti universalmente da me detti hanno nella parte così superiore come inferiore del suo corpo certe incisioni, per le quali più facilmente sono aiutate al moversi. Et fra tutti questi insetti altri se ritrovano che si generano per il coito, altri che di putrefattione si producono e di rogiada. Questi che nascono di putredine se ne vedono di molti generi. Altri che nascono ne corpi semplici et elementi chiamati, sì come testifica Aristotile in Cipro nascere nel foco delle fornaci, dove si coce il ramo, nelle quali fornaci bisogna che sia posto dentro la pietra chalcitis -il quale animale, partito che sia dalla fornace, muore subito. La causa di questa generatione crederei io non nascere da altro che dal humore che si vede evidentemente uscire da quei metalli che in quella fornace se ritrovano, vuoi dalla terra mista col metallo più presto che nel focho, massime che Aristotele, nel secondo libro Della generatione, al capitolo terzo, neghi che nel focho alchuno animale generare potersi./


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