Discorso naturale di Ulisse Aldrovandi. Nel quale si tratta in generale del suo Museo, e delle fatiche da lui usate per raunare de varie parti del mondo, quasi in un Theatro di Natura tutte le cose sublunari, come piante, animali et altre cose minerali. Et parimente vi s' insegna come si de' venir nella certa et necessaria cognitione d'alcuni medicamenti incerti et dubbij, ad utilità grandissima non solo de' medici, ma d'ogni altro studioso. All'Ill.mo et Ecc.mo S.or Giacomo Boncompagni castellano di S. Angelo.
 

alcuni li quali ne sanno / assai manco che gli spiciali in questa professione che li protomedici eletti a questo -anzi, il più delle volte, questi speciali se ne ridono vedendo che il medico gli domanda il più delle volte che cosa sia questa o quella altra cosa -di modo che, se non hanno la cognitione del quid nominis, ciascuno si puol comprendere che sia giudicioso se havrà cognitione del quid rei, cioè della essenza, natura e temperatura et altre qualità, per le quali possiamo fare giudicio et coniettura se il medicamento sia legitimo et adulterato, sì come Vi potrei mostrare de molti inganni che in quelli se ritrovano, che sono di tanto momento, che ancora alcuni periti possono alcuna volta essere gabbati, se non aprono bene gl'occhi et minutamente considerino ogni parte.Di questi errori et inganni ne sono due cause. Una principale è l'avaritia degl'huomini, i quali per arricchirsi non si curano di vendere cose triste et pessime per buone, comprandole per assai vile prezzo, vendendole per buone. L'altra causa è l'ignoranza, per la quale, nel comprare detti aromati nella città di Vinegia et altrove, sono gabbati, comprandoli però per buoni per assai buon' prezzo. Di modo che si vede et verifica in loro che quel che disse Christo Redentore nostro, che, se un' cieco guida l'altro cieco, amendua cadono nella fossa./


  503 b 544 b       Carta 544 b_bis       545 a 559 a     Vai a:  

 

Indietro