Discorso naturale di Ulisse Aldrovandi. Nel quale si tratta in generale del suo Museo, e delle fatiche da lui usate per raunare de varie parti del mondo, quasi in un Theatro di Natura tutte le cose sublunari, come piante, animali et altre cose minerali. Et parimente vi s' insegna come si de' venir nella certa et necessaria cognitione d'alcuni medicamenti incerti et dubbij, ad utilità grandissima non solo de' medici, ma d'ogni altro studioso. All'Ill.mo et Ecc.mo S.or Giacomo Boncompagni castellano di S. Angelo.
 

quali cominciando dal / sommo pontefice, vicario di Giesù Christo e capo de tutta la chiesa cattholica, et descendendo agli imperatori, re, cardinali, duchi, arciduchi, prencipi, vescovi, arcivescovi, marchesi et conti, cavallieri et, in somma, ogn'huomo non puol' fuggire di non andare in mano del medico et prencipalmente in mano dello spiciale, il quale altro non fa, per comandamento del medico, che propinare gli medicamenti, che sono l'arme che si porgono alla natura, accioché valorosamente si possa difendere contra il suo nemico che è il male che lo travaglia.Il medico non è più presente quando si fa il conbattimento dentro al corpo humano, ma solo le porge l'arme. Se l'arme saranno fatte rettamente et composte per la sua arte veramente come si deve dal spiciale et medico, non è dubbio che, nel duello fatto fra la natura e il male, la natura, superando con le sue debite arme il suo nemico, stando però egli gagliarda e non molto sminuta la virtù, havrà la vittoria et sentenza in favore il giorno crittico contra il suo nemico, ad honore et utile non solo dell'istesso ammalato, che ha proroato il suo individuo insin' al tempo e termine debito, che il calore naturale havrà l'humido radicale, suo debito alimento, et così si stenderà fino alla decrepità, estinguendosi allhora il calore innato


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