Alcuni se ne ritruovano fra medici che ad altro fine non attendono che in usare molti composti per arricchire gli speciali, per essere poi premiati da essi, et parimenti per parere a poveri infermi et a loro astanti et a parenti, quali non sanno, di essere diligenti et d'havere copia de remedii. Però facilmente ordinano, ma quanto saria meglio, et è osservato da prudenti medici e dotti, di non correre così a furia, ma vedere dove tende la natura et ivi havere l'intentione sua, di poi applicare gli verii remedii. Diceva il divino Hippocrate, negli suoi Aphorismii, quo natura vergit, eo ducere oportet etc., mostrando evidentemente al medicoche prudentemente de' considerare nell'ammalato di non andare per la contraria strada dove va la natura, percioché, se la natura cerca di mandare alla circonferenza et per la via del sudore, non deve il medico, impedendo et debilitando la natura, redurre al centro la materia maligna peccante.Né deve il medico nelle sue cure havere risguardo et l'occhio alla fantasia de volgari, quali, non sapendo l'importanza de varii medicamenti, desiderano però, con loro spesa e danno, che in ogni loro visita ordinino qualche medicamento -et a questo modo facendo, secondo il loro desiderio, gli pare che poi il medico rettamente si guadagni la sua mercede, et, se altramente fa, non pensano che da giuste cause mosso differisca et non facci et ordini nuovi medicamenti, ma, più presto, l'attribuiscono alla sua ignoranza et negligenza. Chiara cosa è che la moltiplicatione degli medicamenti nasce da incertezza del medico, per non sapere egli stesso se questo sia per giovargli o no, ma, facendogli egli il suo tentativo come gli chiama, vedendo che non fa effetto, ma che più presto augmenta il male all'infermo, sì come il nocchiero muta la vela al contrario vento, mutandosi el vento, così ancora fa il medico verso l'ammalato: vedendo che il rimedio contrario non giova, subito si volta al contrario medicamento di facultà e temperatura, conchiudendo da se stesso, se quello passato ha nociuto per essere, essempli gratia, di natura calda, che il suo contrario, di fredda facultà, gli potrà giovare, et così se ne va a tentone, usando questa sua esperienza quale chiama Hippocrate tentativa et periculosa./
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