Discorso naturale di Ulisse Aldrovandi. Nel quale si tratta in generale del suo Museo, e delle fatiche da lui usate per raunare de varie parti del mondo, quasi in un Theatro di Natura tutte le cose sublunari, come piante, animali et altre cose minerali. Et parimente vi s' insegna come si de' venir nella certa et necessaria cognitione d'alcuni medicamenti incerti et dubbij, ad utilità grandissima non solo de' medici, ma d'ogni altro studioso. All'Ill.mo et Ecc.mo S.or Giacomo Boncompagni castellano di S. Angelo.
 

rismi, che la vita è breve a / conoscere tutte le cose che nascono sotto le viscere della terra, et questo non si puol' negare, ma dirò ben' con Galeno, nel primo degl'Antidoti, dove dà consiglio che il medico perito abbia la cognitione di tutte le piante, almeno della maggior parte, delle quali è l'uso appresso a medici.Supplica conclusivaMi è parso confidato nella cortese et gentil natura di V.S. Ill.ma et Ecc.ma d'indrizzarLi questo mio Discorso naturale per il quale potrà agevolmente conoscere se il favorirmi tornarà a beneficio publico o no. Se La vede et conosce, per aperte ragioni, ch'io sia degno che mi favorisca et pigli la mia protettione, La prego et supplico, con quel maggiore affetto d'animo ch'io posso et debbo, che La si degni favorire un suo cittadino affettionatissimo et servitore humilissimo già insin da putto alla fameglia sua, sì per la parentela fra noi congionta, sì anco per il genio mio che totalmente m'indrizzava a riverirgli amarli et osservargli meritamente, et, ancorché questo mio animo non mostrasse, per non essermi allhora porta l'occasione, nondimeno dentro di me tal era quale in questa mia io esprimo -Et Iddio volesse che gl'affetti dell'animo mio potesse conoscere apertamente, sì come dico essere il vero, verso la Sua magnanima et generosa fameglia./


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