Il corpus dei manoscritti del bolognese Ulisse Aldrovandi (1522-1605) costituisce una delle fonti più cospicue e rilevanti per la comprensione dello sviluppo del pensiero scientifico moderno. Naturalista di fama internazionale, medico, botanico, antiquario, collezionista e bibliofilo, Aldrovandi fu un personaggio di straordinaria rilevanza nel panorama scientifico ed erudito europeo della seconda metà del XVI secolo. Studiosi, speziali, letterati e "curiosi" della natura erano in stretto contatto con l'illustre naturalista sottoponendogli quesiti botanici e zoologici, descrivendo miracolosi ritrovati o curiosità degne di particolare attenzione, così come si recavano a Bologna per apprenderne gli insegnamenti e visitarne il celebre museo di storia naturale.
E' proprio questa fitta rete di legami di Ulisse Aldrovandi, documentata dal monumentale carteggio conservato nella Biblioteca Universitaria di Bologna, che consente un'indagine puntuale e inedita del panorama della cultura scientifica italiana del secondo Cinquecento nei suoi molteplici aspetti.
Di straordinario interesse appaiono gli intensi rapporti di Aldrovandi con i naturalisti e i collezionisti veneti, testimoniati dai continui scambi di notizie, materiali e immagini relative a reperti naturali. Da Venezia, Padova, Verona, ma anche da realtà minori come Adria o Treviso, naturalisti, medici, speziali o patrizi "curiosi della natura" intrattennero una fitta corrispondenza epistolare con il celebre bolognese, in gran parte ancora conservata nella Biblioteca Universitaria di Bologna. Le oltre 300 lettere inviate da corrispondenti veneti ad Aldrovandi consentono, insieme agli appunti, osservazioni, memorie di viaggio e descrizioni di giardini e collezioni, di tracciare una mappa più ampia e fedele della cultura scientifica italiana nella seconda metà del XVI secolo. |