esermi avari di qualche rara pianta per darmi bona cognitione di tal praticha per eserne deletevole: ma non posso riusir senza il mezo delle vostre Eccellentie, delle qual cose sareti causa di farmi come anche lor per obligo. Et sempre farolo in predichar il bon nomo vostro, so che non mi manchareti, per la dolce benignità et cortesia della Vostra Eccellentia, a la quale umilmente me vi raccomando et offero sempre di core. Quela si degni avisarmi qualche volta et spesso, vale. Di Verona a li 20 Septembre 1554. Il vostro cordial servitore
Francesco Calzolari spicial a la Campana
Voria, se possibile fusse, cum il mezo della Vostra Eccellentia perché so quela eserli amorevole, come mi aveti mostrato qui in Verona in casa mia delle sue litere, farmi cum qualche mezo pigliar praticha cum il Matioli. Anchora non sia degno, pur l'animo mio è grande et voria in tal praticha venir in qualche perfetione sì da una banda come dall'altra, et di qua e di là a tute le bande aver amicitia et praticha, perché adesso da uno dimanda un altro se impara a tal che l'omo riuscisse perfeto; ma come vi ho dito di sopra, senza l'aiuto delli amici non si pol fare cosa bona. Et però me vi raccomando, questo mi saria uno delli magior favori mi possiati fare perché ho poi mezo di schriverli spesso et imparar qualche coseta; ma non avendoli altra cognitione né introdutione, non so cum qual principio farmeli servitore sì che pensandomi della cara et cordial amicizia per gratia di quela che ho cum vui, mi ha parso darvi noto di quanto ho in l'animo, et pensandomi che non mi manchareti di favorir non di questa coseta, ma ho questa vera fede di magior cosa che il simile fariami per la Vostra Eccellentia, et di ciò aspeto qualche bono aviso. Et umilmente racomandandomi, so che li catareti il modo vui perché seti (1)
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