1568-01-18 - Di Verona ali 18 Zennaio '68.
 

sua patria et fato prete, poiché ha scovato il mondo vagabondo 40 et più anni, sfrisato, cargo di bastonate come lui stesso confessa in una sua furba scritura. Or tuto confidentemente ho ragionato cum la Vostra Eccelletia in proposito di avermi scrito ne la vostra come recevesti la mia apologia cum le mie fedi, che mi fu caro.
Ho visto il catalogo delle piante che mi dimandate; vi dico che son desideroxo servirvi et farvi ogni sorte di piacer, ma son restato et resto perché io non so come haver messi per Bologna, molto più facilmente mando a Viena et Praga al signor Mathioli che a Bologna. Or trovando modo che vi posi mandar, son et sarò qua prontissimo farvi apiacer et servirvi del core istesso.
Io mi trovo il balsamo vero, l'amomo vero, il costo, il foglio, l'aspalato verissimo, la tera lemnia, il marum verissimo - cosa rarissima -, il calamo odorato, quantità di fiori del juncho odorato, il lapis amiantus, l'alume sciscile vero et molte altre cose rarissime, il cedro del monte Libano che già mandai al signor Mathioli, quel geranio simile alla malva. Similmente io mi trovo il mio studiolo di cose rarissime che forsi non è in Italia, come il vero cinamomo, cose aute cum grandissime spese, et fatiche, et amicicie. Quando potremo far che le litere abi fido et bon camino sicuro, sarò prontissimo a far copioxo il vostro studio di quello mi trovarò, perché vi amo cordialmente; ma per mandarle et che se smarriscano mi dispiacerebeno assai. Aspeto ]'arborselo intiero dell'amomo che mi vien, et molte altre cosete rare. Io adeso facio prova per via di Venecia mandarvi questa per veder come la camina et in quanto tempo avarò risposta da Vostra Signoria, (1)


(1) nota: BUB, ms. 382, III, cc. 49r.-50r.; CERMENATI 1908, pp. 117-118.

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