Et per quel Idio che mi lassa scrivere che son talmente rimasto di malavolia per il partir vostro che niente più sol per due cose le qualli non vi ho mostrate, ma causa m'è stata la confusion della cosa et presteza che avevate. L'una è stato l'amomo cioè l'uva dell'amomo cum fior et legno, cosa rarissima; l'altra il Cinamomo, rarissimo. De' qualli però ne ho scelta se non dell'amomo un graspo della sua uva, come vi ho deto del Cinamomo uno sol pezo che per dinari al mondo nol darei. Or basta, per quel Dio che mel lassa scrivere ho auto di malinconia a deventar mato non avendolo mostrato a quella, come per farne al mondo testimonio sì come ha fato l'Eccellentissimo signor Mathiolli. Ma scrivendo quella epistolla che me havete a scrivere, non manchate di farne memoria sopra l'onor mio, che se dovesse venir, come ancho volio portarlo mecho per compir al debito mio lo farò. Et di questo riposso in lei, avendo fede in me sì come so che la è candida et sincera. Poi aspeto qualche cosa rara et notabille da lei per memoria eterna del nome suo nel mio studio, sì come so la non mancharà mai, parlando di quelle cose che l'havete et doppiamente. Io poi da l'altro canto spero cusì ben farvi coppioxo di quanto me avete lassato memoria che vi contentarete. (1)
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