1571-12-16 - Di Verona ali 16 Dicembre 1571.
 

Non restarò mai esservi obligatissimo dell'officio fato per me cum 1'Eccellentissimo Guilaldino perché amo molto et reverisco la sua persona et li pari suoi, né ho core che messer Melchior suspicha della persona mia per eser amico et servitore a l'Eccellentissimo Mathiolli. Questo non ha da causar che non sia omo da bene et integro, et esesr amico et servitore, et a l'uno et l'altro dove vi rendo gratie dell'uficio fatto cum Sua Eccellentia da vero et bono cristiano. Et avarò apresso a caro che un zorno scrivendomi mi avisate qualche cosa da operar cum lui in nome vostro per aver ocasione legitima di scriver a Sua Eccellentia; et questo sia cum comodo vostro de qualche cosa che v'imaginate a proposito per introdurmi seco a ragionamento cum politeza.
Io aspetarò quel talcho d'oro cum qualche altra coseta che parà alla Vostra Eccellentia rara per il mio studio, aciò abi da dire questa rara cosa ho auta da l'Eccellentissimo signor Aldrovaldi, sì come son et sarò tromba del valor suo, benché non sia ora che abi lo mezo. Sì che spero di questo et altro render alla Vostra Eccellentia la pariglia cum grossa usura, et tanto più adesso che vi sono obligatissimo in vita mia.
Il mandar le cose in uno scatolino credo capitarà sicure per via di Venetia al nostro Valgrisio, perché mi par le letere capita bene, ma poiché ho visto anche che per Mantoa per mano de l'Eccellente Borsati sono venute queste potrete tenir qual vi parà [c. 61r.] meglio; ma Venecia al Valgrisiio molto mi sodisfa, pur mi rimeto alla Vostra Eccellentia secundo se li ne presentarà l'ocasione. Io poi non cesarò a suoi tempi adimpir il suo memoriale lasatomi et spero farvi aver uno nautilio bello raro petrificato che lo ha un mio amico et vedrò di operar che sia vostro. Et cusì ogni altra cosa che potrò, et statene sicuro et certo.
Credo la sapia che la mi promisse del spodio; però l'aspetarò cum il talcho, et cusì di quelle cosete rare che non ho mi et voi ne sete doppio et copioxo farne parte come vi parrà.
Io per ora atenderò alle facende del Nadalle, et farò che pregando la Vostra Eccellentia a farmi raccomandato a l'Eccellente messer Marcantonio et messer Aniballe, et dir che diedi la letera sua al reverendissimo Veschovo nostro. Non voglio restar di dirli che ho qui in Verona quel pictore valentomo che ha fato li semplici et pesi a mastro Leone, qual mi finise il mio libro cum gran stupore di ogni mio; et ha fato alquanti pesi et ucelli che passa il vivo, che è miracoloso, certissimo. Desiderarei che la Vostra Eccellentia l'avesse apresso di lei che certo in questa proffesione è un grand'omo. Fato Nadalle volio far far quanto nel memoriale vostro mi avete lassato di far, et poi vi mandarò tuto. Benché credo a questa quatrigesima il signor Zenar et signor Moschaia et mi siamo per venire a posta a veder le cose vostre. Fra tanto, prego Vostra Eccellentia mi ama et mi conserva per suo fedelissimo servitore come li sono (1)


(1) nota: BUB, ms. 382, III, cc. 60r.-61v.; CERMENATI 1908, pp. 125-126.

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