1569-10-29 - Di Padova a 29 d'Ottobre nel 1569.
 

Molto Eccellente Signore mio osssservandissimo. Perché il scriver molte lettere è segno di molta ambition o di grand'otio, io per esser privo dell'una et dell'altra sorte di queste merci scrivo di rado, avvenga ch'il dogma di galant'huomini è non scriver mai al amico se non quando bisogna et in tal caso non mancar mai. Per queste cause dunque V.E. potrà scusar la mia negligentia se però negligentia chiamarsi può, che in su bone ragioni è fondata. N'havrei questa volta presa la penna in mano per scriverle se non mi occorresse servirmi costà dell'opera sua che sarà in far capitar in mano a messer Giovanni Battista Burdoni (che fin hora se li haverà dato a conoscer et salutatala anche in mio nome) l'inclusa che mi farà di gran favor, o rimandarmela quando egli fosse partito, offerendomi alla pariglia et a maggior cosa per lei; et le bacio la mano. Di Padova a 29 d'Ottobre nel 1569.

Di V.E.
Affettionatissimo servitor
Melchiore Guilandini (1)


(1) nota: BUB, ms. 382, I, c. 146r.; DE TONI 1911a, pp. 169-170.

       Carta 146 a      

 

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