1554-09-20 - Di Padova alli XX di Settembre del '54.
 

Molto Magnifico et honorando signor mio

Non senza causa iusta veramente, se potria doler V.S. Eccellentissima di cossì grande negligenza mia poichè lei m'è stata sempre bon patrone et amico cordialissimo, habia voluto tardar tanto a recercarlo con una delle mie, anchora che il dover voria che io facesse simel cossa ogni settimana, overo almeno di mese in mese, parte per satisfar alla mia promessa che me tene ligata, parte anchora per mantegnirme in quella gratia dell'E.V., nella qual trovandomi non credo poter star mai male benché scampasse mille anni, perché so et tengo certo che lei non sia per mancar mai in cosa niuna a uno suo affettionatissimo servitore il qual'ama tanto il suo carissimo patrone, il dolcissimo Aldrovandi, che se farebbe amazar mille volte il dì per esso.
Ma io confesso il mio peccato et biasimo quella mia grande negligenza, et perciò dimando perdonanza pregando et supplicando il mio amorevolissimo signor Ulysse mi abbia per scuso, poichè confesso haver errato. Mi guardarò ben de qui innanzi di non cascar in simel errore, il qual apresso de me veramente è biasimevole, et anchora che io me trovi tal'hora impazato in mille facende che a mala pena sappia da quel canto incominciar; pur con tutto questo me persuado et tengo indubitatamente che sia cossì, che il vinculo della amicitia la qual è fra noi sia tanto stretto et arcto che rechiedi almeno una volta il mese simel officio. Credo ingiente de manco che la E.V. non mi imputarà in questo et pigliarà la tardanza di (1)


(1) nota: BUB, ms. 382, I, cc. 130r.-131v.; DE TONI 1911a, pp. 155-158.

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