1557-04-20 - Di Padoa alli 20 di Aprile 1557.
 

Molto Magnifico et Eccellente Signor mio osservandissimo

Scrivo rare volte a Vostra Signoria perché non vorei venirle a fastidio con le mie cianze et parole puocho aconcie c'hanno più del barbaro che del italiano, sapendo anchora che di continuo ella sta con l'animo occupato in cose d'altra consideratione. Hora che Vostra Eccellenza si lamenta del longo silentio mio, mi sforzarò di qua innanti esserle più importuno di quello ch'ella forsi vorebbe. Del viaggio c'havete in animo a fare non so che dire, altro che non mi pare tempo adesso d'andare troppo in volta stante le cose come stanno, pur io mi rimetto a voi, dolcissimo signor Ulisse, né mi persuado punto esser bono consegliarvi in cosa alcuna cognoscendovi persona pratticissima et savissima in tutte 1'imprese vostre a tanto che non dubito niente che dobiate uscire con honore, il che faccia il nostro Signor Dio il quale è ottimo et fidelissimo guida di noi altri. L'Eccellentissimo messer Gabrielle sta bene per gratia del Signore; si raccomanda infinitamente et dice havere dato longa risposta alle vostre, et ne resta molto maravigliato che fin hora non vi sia stata consegnata la sua. V.S., essendo ritornata a casa sua, mi farà favore singolare darmi qualche aviso di sè acciò ch'anchora io mi possa rallegrare di suoi contenti; appresso, si l'E.V. mi renderà certo delle cose più nobile da lei ritrovate, et parendogli anchora di farme in parte partecipe mi sarà gratissimo et n'haverò obligo infinito. Altro per hora non mi occorrendo, a quella mi offero et raccomando.
Di Padoa alli 20 di Aprile 1557.

Di V.E.
Affettionatissimo servitore
Melchiore Guilandino Borusso (1)


       Carta 134 a      

 

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