Eccellentissimo et Illustrissimo mio Signor honorandissimo
Io mi trovo la vostra cordialissima lettera insieme le due vostre honorandissime fedi le quali ho aute da Mantoa ogi che sono li 16 dicembre corrente, a me tante care et grate quanto che me avesti mandato cento scudi d'oro per veder l'amorevolezza et cortesia sua, a la quale son molto obligatissimo et sarò fino che viverò. Piaquemi molto l'oppinion della Vostra Eccellentia intorno quella epistola, over discorso della vostra peregrinatione: nel modo che prudentemente et saviamente vi avete imaginato di fare starà molto bene. Et in tuto et pertuto in nel vostro prudentissimo judicio mi rimeto. Però la comodi la cosa secundo la volle et li piace. Ma credo bene, l'ho per fermo, che la Vostra Eccellentia molto mi ama, et dico cordialmente, et alli effeti lo vego; dico poi intrinsichamente et sinceramente. Però un zorno aspeto quanto disidero da un tanto omo et onorato come è la Vostra Eccellentia. Mi piace molto che quel giovane di Venetia del corallo vi sia sodisfato, et che per amor mio vi abbi fato quanto che meritate, et cum una mia l'ho ringratiato molto et li ne portarò obligo in vita che viverò, et di questo Vostra Eccellentia ne sia più che certa. L'Eccellentissimo signor Mathioli vi saluta, et ora Sua Eccellentia si trova in riva pur cum la febre quartana et, per Dio, che mi è molto afficionato. Il signor Francesco Genaro, il signor Jacomo Moscaia, il reverendissimo padre fra Marcho, tuti qui presenti, si racomandan a la Vostra Eccellentia: quelli tali vi amano et adoran pur le grandi virtù vostre et rare qualità. (1)
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