1561-02-06 - Di Verona, ali 6 Febraro 1561.
 

Eccellente signor dottor mio patron sempre osservandissimo

A me pare che l'amicicia nostra forte se aluntana perché non vedo che mai vi degnate pur una sol volta darmi vostri avisi. Doveresti pur saper che io vi sono servitore amorevole et potreti disponer de mi quanto vi pare, conoscendo che in queste nostre bande sia bono ato a farvi cosa grata; siché, dolce signor mio, comandatemi et valetevi de mi a la libera.
Io adunque prenderò questa libertà richiedervi questo a piacer, come quelo homo raro che voi sete ne la cognition di simplici, darmi uno aviso circha al parer vostro sopra il capitolo della aquila, se teneti che queste nostre squile che abiamo siano le vere o non, perché vedo che Dioschoride nel capitolo dello aloe asimilia deto aloe a le folie dela squila, et il panchratio a le folie del zigio. Desidero chiarirmi in tal cosa: però, non avendo più charo amico della Vostra Eccellentia praticho et doto in tal profesion di simplici, mi ha parso voler avisar a la Vostra Eccellentia questa mia tale fantasia. Et se altro bono aviso circha la Tiriacha vi ritrovate, vi prego avisarmelo per la amicizia che è fra noi et sempre sarà. Cusì facendo fine a quella cum ogni debita riverentia me li raccomando.
Di Verona, ali 6 Febraro 1561.

per servirla sempre prontissimo
Francesco Calzolari spicial a la Campana (1)


(1) nota: BUB, ms. 382, III, c. 45r.; CERMENATI 1908, pp. 113-114.

       Carta 45 a      

 

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