Eccellentissimo et Illustrissimo mio Signor honorandissimo
Le ocupationi, li travagli grandissimi che ho auti già un anno fa me ha causato che non ho pur potuto pigliarmi uno pocco di tempo da salutar né far reverentia a niuno mio amic, et padrone, et massime la Vostra Eccellentia che tengo per il principale et il supremo di tuti. Signor mio dolcissimo, morse mia madre il mercorì, mio padre la dominica drio che mi ha dato uno grandissimo travaglio, essendo in cinque zorni rimasto privo di aiuto et di consiglio, cum una famiglia asai grossa di boche dodisi in circha, spogliato dell'aiuto di fuori in villa, che pur prima non havea fastidio nisuno, talmente che non son stato né mi, né altri, ma scorso cusì quatro mesi incircha. Et così che la mia Cità per gran Consiglio mi dete un carico di un ufficio di Consigliario del nostro podestà eletto dal populo su la casa di messer Canti a tenir rasone matina et sera a tuti gli mercanti et di ogni sorte mercancia - et per tal efeto la Cità ha questo podestà cum tri Consigliari et un Cavaler -, di sorte et maniera che intrai a primo Marzo, son uscito, laudato Idio, al infine di Agosto prossimo passato, et laudato Idio cum onore et gloria. Passato Agosto, che in questi sei mesi mai mai ho potuto aver tenpo a pena manzar in casa et dormir, ma privo totalmente della spiciaria come se non fusse stato mio interesse, volsi andar in villa cum la mia familia per spasar la fantasia et veder li fati mei; stato ivi alquanti zorni, se non però da oto zorni il Ssignor Mathiolli Eccellentissimo vene a Verona a logiar a casa mia dove mi fu forcia venirmene volando, dove l'ho trovato et è stato qui meco da oto o dieci zorni alegramente. Cum questo bon et onorato vechione, (1)
|