1560-06-24 - Di Verona, il dì 24 Zugnio del '60.
 

Molto Eccellente Signor dotor mio signor sempre osservandissimo

Essendomi capitata l'ochaaione delli preaenti gentilomeni quali vengono a Bologna, non saria mai restato darvi aviso di me et salutarvi; però la presente sarà per dirvi come son stato amalato zà 26 zorni et dato per morto de petechie, dove di qua ne sono asai et asai ne more. Hora, Idio laudato, son riauto et son qui a' vostri comandi, et certo mi par estranio che l'è zà tanto tempo che non si abiam scrito. So che la Vostra Eccellentia debe aver da far asai, pur vi ricordo della nostra amicitia la quale abii da restar a l'infinitum, et vi prego comandarmi se per la Vostra Excellentia vaglio et posso sempre mi trovarete pronto farvi cosa grata. Di novo non ci ho altro. Prego quela essendoli capitato a le mani qualche bel simplice farne parte al suo servitor. Et se quela mi potese dar aiuto et favor ne la Tiriacha et metridato, di qualche bela coaeta, mi saria carissimo. Mi sa mille anni che io veda delle vostre opere fora; so che quela si afaticha. Per presia non dirò altro, fò fine et cum reverentia mi raccomando.
Di Verona, il dì 24 Zugnio del '60.

Servidor sempre amorevole
Francesco Calzolari spicial a la Campana (1)


(1) nota: BUB, ms. 382, III, c. 44r.; CERMENATI 1908, p. 113.

       Carta 44 a      

 

Indietro