Ex literis Francisci Calceolarii Veronensis Pharmacopolas
 

Ex literis Francisci Calceolarii Veronensis Pharmacopolas

Se mai lei ha visto la pianta di noce vomica commune che va per le speciarie per far morir li cani, et se lei crede, come dice il Mattioli nel capitolo degl'aconiti, che una donna grattò del formaggio dove suo figliuolo grattò per avanti della noce vomica et si ne morì, dove vole che sì come moiono i cani, moian anco gl'huomini; et però vedendo io come il Cardano nel libro secondo de subtilitate dove mette che la noce vomica è contra a' veleni infusa in vino o in aqua, a me par una gran controversia questa; di gratia la mi avisi il parer suo intorno a questa cosa per amor mio la pigli questo poco di fastidio; ma appresso vorrei anco sapere se è cosa possibile della Signoria Vostra che non so dove cava pur l'istesso Mattioli, che dice nel capitolo del sesto libro quando parla del sangue del toro et di molti felli mette che tanto felle di vipera quanto una lente fa morir subito, io non so dove lui l'habbia cavato questo, vedendo che Dioscoride non ne parla, et pur ho visto qualch'experientia, trovo pur assai fabulae et menzogne. Di graria la mi dizifarà questa cosa et mi fara favor grande, et manco credo quello che mette del napello che fu dato a quel corso in quel marzapane che dice lui hover ora non so qual suo napello habbi questa forza così violenta quando volse veder la virtù di quel oglio del Garavita. Starò aspettando questo a piacer della Signoria Vostra quanto prima et la mi perdoni se li dò questo poco di distorbo per primo servigio che l'habbia mai più dato desidero cavarmi con il suo aiuto tal capritio.

Risposta dell'Aldrovandi

Circa la noce vomica che dice Vostra Signoria che amazzò quella donna havendo mangiato quel formaggio grattato dove era prima grattata la noce vomica dove esperienza si vede che amazzò oltra i cani anco i huomini. Circa questo si potria rispondere che forse quel formaggio haveva antipathia.
Si potria dire che da questo non si può far giudicio ch'habbia amazzar i huomini universalmente, perché potria porsi quella donna haver havuta antipatia particolar con quella noce, over che per altra causa occulta fosse morta et tanto più dicendo il Cardano che infusa in vino resiste a veneno over si potria dir che quantunque fosse venenosa per l'esperienza fatta in quella donna accompagnata poi col vino s' estingna quel veneno, anzi dal vino acquista forza contra a quello, essendo com
come la cicuta, che per la sua freddezza amazza et il vino il suo veleno estingue.
Quanto al felle della vipera è ragionevol che possa amazzare et che sia il vero io provo nella mia Dracologia che il veleno che si rinchiude in quella vescichetta sotto i suoi denti che per il morso avenena, haver origine dal felle per esser materia fellea, il che non è maraviglia che possa amazzare, et se ben Dioscoride non ne fa mentione non resta per questo che non sia veneno et non conosciuto da lui.
Quanto a quello che domanda Vostra Signoria qual fosse il napello che il Mattioli dice che fu dato quel corso del marzapane; credo che sia quel che dipinge il Mattioli sotto nome di napello che alcuni hanno chiamato Aconito lycostono, over luparia, et per dirl'ingenuamente che quella sorte d'aconito che si chiama antitora esser congener al napello quanto alla gran facoltà venefica che hanno per quel ch'ho potuto conietturare per experientia ritrovandosi di due sorti uno col fior azzurro, l'altro giallo, et hanno due radici facendo una di questa cioé del fior azurro dipingere al mio pittore gustai un poco et subito mi venne un gran sudore et deliquio d'animo conoscendo che era veneno, pigliai subito un poco di teriaca e così mi liberai, che altrimenti saria, come credo, morto. Andai allora discorrendo che questa pianta non potea esser altra che napello, vedendo che era tanto venefica; ma alcun potria dubitare se questa pianta è chiamata da alcuni antitora, quasi contra dona, per esser rimedio al napello. Quanto al mio giudicio può esser che vaglia contra veneno et ancora sia velenosa, perché è cosa sperimentata che un veneno potentissimo amazza che è meno potente. Però il napello havendo un venen potentissimo caccia un minore, come io credo esser l'antitora, perche dando quella per bocca a quello che ha veneno lo caccia; ma se l'antitora sí pigliarà per bocca a un che non sia stato velenato, io credo che amazzerà; allora non havendo da combatter altro minor veneno, et se questa non vogliamo sia il vero napello serà almeno congener a quello (1)


(1) nota: BUB, ms. 136, XXV, c. 146r.; CERMENATI 1908, pp. 137-138.

       Carta 146 a      

 

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