Eccellentissimo et Illustrissimo mio Signor honorandissimo

Credo veramente la Vostra Eccellentia si avarà datta non poca admiracione del mio tardar tanto a darli aviso, ma come la sapi la cosa come la passa la mi havarà non per iscusato, ma anche compasione insieme. Sappia la Vostra Eccellentia come avanti Nadalle mi morse padre et madre in cinque zorni uno dopo l'altro, essendo per inanti stati amalati et l'uno et l'altro tre mesi continui. Et in quello istante mi zonse ancho la nova della morte del mio honorato Valgrisio in Venetia. Ma non stancha ne saria la morte anchora drio mio padre et madre è morto nelle feste di Nadalle il Magnifico signor Jacomo Moscaia qual me ha finito di portarmi via il fiato et l'anima, et talmente sono rimasto atonito et sbigotito che non so in qual mondo mi sia. Parmi esser rimasto senza fiato, senza anima et finalmente perso tuto, giongendomi poi in tal travagli le facende del Nadalle adosso, di maniera cum tuto però sempre abi la persona vostra devanti a li occhi; mai ho potuto pigliarmi tempo di scrivervì et avisarvi li miei gravi affari. Adunque, mio signor honorato, la mi avrà per iscusato avendo sentito nel laberinto che mi trovo - or Dio laudato-.
Ebi fino da questo Novembrio prosimo passato una letera da Venetia da uno messer Ercule Basso tuto vostro, et apunto ero travagliato ma non vidi Sua Signoria perché, come ho deto, la mandò da Venetia; a Sua Signoria, o altri che vegi cum il nome di Vostra Eccellentia, sempre la casa mia, et la vita, et la robba sarà la sua. Né qui ocor cerimonie.
Vedo che per la vostra portata dal sudeto mi addimandate della sasifraggia magiore descrita dal signor Mathiolli: se li me farà bisogno, la mi avisa che ne mandarò subito subito, et ciò che mi trovarò al mondo perché l'amo et onoro al pari di qual altro patron mi abi al mondo, et il vedreti un zorno cesatomi questi travalii. Io sto cum grandissimo (1)