1558-11-13 - In Padova li 13 Novembrio del '58.
 

Eccellentissimo Signore mio. Quando io recevi la sua con le balle, le quali me furno carissime, io non ho potuto prima de adesso ringratiarla; la causa è venuta dalla gran malatia che mi haveva astreto alla morte. Se il Signore Idio e il compar Faloppia e il signore Belecato non me fusserno stati diffensori, e perché signore mio in quelli furori e rumori s'è persa la sua ove vi era alcuni quesiti dei quali ora non mi ricorda e perhò la non se admira se io non gli rispondo. Ma volendo durare un pocco di faticha di più in scrivermelo un'altra volta io gli prometto da vero servitore rispondervi il mio parere e volendo alcuna cosa altra echomi pronto; da poi desidero sapere se mai ha trovato alcun scritore antiquo da certo Aetio e Paulo e Actuvario in poi che dicca il legno Aloe et lo Agalocco essere una cosa istessa. Ancora desidero aver un pocco di seme di Medio e del Baccaris del Mateolo e de lo Agerato, e quatro o sei radice di Daronici verde. Ancora ho inteso essere in Bologna una sorte de Colocasia qual fa seme e chiamasi Canna de India; di questo la priego me ne facia aver le seme. (1)


(1) nota: BUB, ms. 382, I, cc. 121r.-121v.; DE TONI 1910-1911, pp. 299-300.

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