Carissimo Signor Eccellentissimo
Già alquanti giorni fu a bassa hora il Reverendo vostro fratello da me, et per essere stato troppo tardi io non li diedi se non due mostre a me di cose rare, ma bene mi promisse di ritornare che non harei mancato di darglieli qualche altra varietà, ma non ci venne; dunde quello non ho fatto, potrò suplire in altra occasione. Et perché il mio desiderio è sempre di giovare altrui et massime alli degni professori di questa scienza come pari di V.S., et in ciò ne poteti essere sicuro per le esperienze ne haveti, che al principio che udii il nome di V.S., manifestatomi per la digna memoria del Ghyno, vi diedi di molte degne et rare alhora varietà, et non harei mancato di proseguire se non fusse stato sì perché V.S. mi proferiste per il suo chatalogo di molte cose né mai vidi cose alcune, sì anche perché quando V.S. vene di qui il mi fu dato aviso da cui amavo che non dovesse rizepere né acogliere V.S. et non tanto per lei quanto per altri che era in sua compagnia, sì che d’il tutto mi escuso appo V.S. et dunde li potrò giovare et fare apiacere la mi comanda, et tanto di più quanto mi sento tenutissimo essendo stato persuaso a farvi cosa agrata da il magniifico messer Sigismundo di Cavali, quale apieno mi puol comandare. Et perché il Reverendo vostro fratello mi ha deto che V.S. ha di molte rare et degne varietà raccolte in uno giardinetto, però essendo qualche cosa bella et rara la si degnerà di partecipare, facendolo poi advisare, prometendoli di dargli tre per uno. Et anche senza ciò, ogni cosa mia serà sempre sua. Et molto mi offero et raccomando.
Di Vinetia al primo di giugno del '58
Vostro Servitore Pietro Antonio Michiel a San Gervasio (1)
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