Carissimo il mio Signor Eccellente

Nelli già propinqui passati giorni recepi una di Vostra Eccellenza a me tanto gratissima come cosa io hebbi receputo in questo anno, et questo non per havere rezeputo quello insieme la mi manda, abenché gratissimo mi sia, ma perché io dubitavo di non vi haver perso, et quanto l’importa il perder l’amico di V.S. penso il conosca. Sichè, il mio signor carissimo, vi prego non mi date più di queste scaldate et mala vita ma robate il tempo et l’occasione con quattro sole vostre amorevole in salutarmi a ciò non si habbiano punto da semarsi et anichilare l’incominciato et fermo amore et fidelissima amicitia.
Et per non darvi noglie non ne diro più se non che sempre tutto serò vostro aciò un pocho voi siate mio. Come dirò, molto ho avuto acari li semi, et di quella ignota con li semi in racemi fruticosa con foglie di populo nero molto mi sarebbe stati agrati quando vi fosse stati delli semi nelle siliquete. Erano vote, né vi ho ritrovato pur uno seme, et la suplico di tuto core che la si racordi del tempo che quella pianta li faranno de novo de sunarmene, Dio gratia, che la mi farà cosa tanto grata quando la mi desse tante giogie.
Nel resto non li dico altro perché lei per sua bontà mi si ha proferto et così spero in sua cortesia. Li mando uno Tulipan con il fiore et bulbo aciò la il possi meglio iudicare: vedranli le radici che son la parte principal. Quelli ne sono di gialli che ha buono odore, di bianchi et di divisa di rossi et gialli, non però tutti in una istessa forma. Li mando due foglie di Geranio p.o così tenuto, non li ho veduto anchora il fiore; et due foglie di Nardo montano perciochè non scio V.S. ne habbia. Mi nasce di gran varietà di cose, non mancherò di visitarla con tutto quello io haverò; et se in altro poss'io per lei, la si vaglia come di cosa tutta sua.

Di Vinetia alli 22 Marzo del '59

Vostro Servitore et fratello
Pietro Antonio Michiel