Carissimo il mio Eccellente Signor
Hora ho rezeputo una vostra da me non molto veduta voluntieri sì per havere da lei compreso che V.S. non havea fin alora rezepute mie (et mi dubito anche non siano smarite), sì anche perché io con summo desiderio espectavo le piante che per le vostre antecedente mi havevati scrito et promesso, ma patienza sì de l’uno come dell’altro. Io fezzi il tutto che per esse mi imponesti: diedi ricapito alle sue; li mandai delle camfora che con fatica l’hebbi; li resposi alli semi la mi mandò che non ci fu cosa che mi curassi se non di il frutice con foglie di olmo, ma sono state vecchissime simil alle prime che V.S. mi mandò et non sono nate; li diedi aviso anche di pessi come di quelli son comuni, non acada che li dia aviso perché penso V.S. li sapia tutti, et delli rari io come li harò usarò diligentia et li mandarò; li scrissi anche di ucelli che questi di qui tendono solum a una comune stampa, et li più rari che hanno sono li sotoscriti: Galli del paradiso overo megiaruoli con la cresta; Subioti con la testa nera et il petto rossignio; Frison grandeto, grosso et variato di colore; Parutola et Ortolan tutti doi con il petto giallo; Pachagnioso son lungheto con la testa nera et il resto macchiato; altro non hanno, se V.S. ne vol la mi dia aviso che subito li manderò et in ogni cosa io possia per lei sarò promptissimo nel fargli apiacere. V.S. si racorderà di star vigilanti al tempo delli semi et andar a spasso per li giardini per prenderne di quelli che V.S. sa che io desio, et inoltre sempre offerendomi. Come mi nascerà di novo non mancherò di mandargliene.
Di Vinetia alli 17 Aprile del '60
Di V.S. Pietro Antonio Michiel (1)
|