1560-05-25 - Di Vinetia alli 25 Maggio del '60
 

Eccellente il mio Signor fratello

Già giorni fu il Reverendo vostro fratello amorevolmente a visitarmi, et perché mi disse dover partire il seguente giorno io non possi metter insieme alcuna cosa, et son scorso finora sì per non mi haver sentito, come per li strani tempi. Io già vi scrissi di haver rezeputa la piantina del populus similis la qual sopra modo mi fu agrata, ma il piretro del Mathiolo non mi son nato, se ne potreti havere da quel gentil’huomo molto l’harò caro insieme con l’Argentea che ne son privo et di l’altre cose che V.S. ne ha la memoria; et insieme li mandai due mostre, una di una specie di Enante, et l’altra a me incognita et bellissima pianta con foglie rascontrate sopra et rami et radice di Leontopetalo. Se V.S. non l’ha rezeputa mi dia aviso che ne manderò uno altro ramo che credo havere, et molto desidero sapere la vostra oppinione in che specie la si puol porre. Et anche di queste tre che hora li mando: una con fogline piccole in croce sopra i fusti; la seconda con foglie di zusverde et fioreti rossi; la terza con foglie tra la ferula et la tapsia et fa la radice di castagna con il gusto ancora ma alquanto phetida, et messer Aluise la chiama agria castagniola, et son tenuta da molti per il bulbo castano di Alessandro Traliano perché si crede che il testo sia scoreto nella radice dunde dice bulbo et in ciò mangiasi la radice invece di castagna. Di pessi andarò fornendo per giornata secondo la staggion di essi, ma ne son di molti con molti nomi che di qui non son intesi; di quella Capa da dedo et di quella da ferro noi di qui intendemo le Cappe tonde, prese secondo li tempi hora de fero come al presente et ora de dedo come di Dizembre, ma penso che là vi siano comune, pur se ne voleti datemi aviso et son una istessa cosa se non prese in diverso muodo, et più grande son quelle da dedo che quelle prese con el ferro. Hora non ho vossuto ritrovare altro che quattro cose perché el bisognia in quella hora si ha in mandare andar in pescaria: Pesse molle doi, son quelli lunghetti et lissi; Surri doi, et son quelli che tira al azurato; Paganeli doi, son simil alli go; et una Seppa coma la si ritrovan, et non l’ho fatta curar perché si sarebbe guastata, non scio se ho fatto bene; per giornata andrò fornendo il chatalogo. Nel resto sempre alli comandi vostri, Idio vi prosperi et feliciti.

Di Vinetia alli 25 Maggio del '60

Vostro
Pietro Antonio Michiel (1)


(1) nota: BUB, ms. 382, I, cc. 188r.-188v.; DE TONI 1908, pp. 54-55.

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